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Tra strategia e contenuti: storia di una social media specialist

27 febbraio 2017 di Annette Palmieri0
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scritto da: Annette Palmieri

Gestire una Pagina sui Social? È semplice!

Basta saper scrivere in un italiano più o meno corretto, avere qualche idea grafica brillante, invitare gli amici a mettere “Like” sulla propria pagina, et voilà: il gioco è fatto! E se proprio non abbiamo tempo di fare tutto? Beh, in quel caso ci pensa il cugino laureato! Già, perché di gioco si tratta, ma le regole della partita non sono affatto così semplici!

Ho sempre desiderato lavorare nel settore del marketing, sin dai tempi universitari. Ho avuto le idee più chiare iniziando a collaborare con Arkys, agenzia specializzata in Web Marketing & SEO.

Social Media Specialist

Dal giorno del colloquio è iniziata la mia “relazione” con i social.  Un po’ come marito e moglie: litighiamo e facciamo pace. Non lancio piatti, solo smartphone! Una lunga storia d’amore che non penso avrà mai fine!

Tra momenti di esaltazioni per un progetto ben riuscito e sconforti per risultati non ottimali, ho ben capito che non si tratta di pura e semplice improvvisazione! È una vera e propria professione!  Occorre predisposizione, intuito, velocità, e soprattutto studio, tanto, tanto studio.

Ma chiariamoci un po’ le idee!

Chi è il Social Media Specialist?

Un buon social media specialist deve conoscere le principali piattaforme: Facebook, LinkedIn, Twitter, Snapchat, Instagram, Pinterest, Google+, oltre che i principali tool di programmazione e di analisi. La parte più complessa, però, riguarda le relazioni con le diverse figure aziendali, con le quali è chiamato a collaborare.

Ricapitolando: no, non basta saper scrivere in un italiano corretto! Occorrono doti comunicative, competenze di organizzazione e di pubbliche relazioni, abilità a definire strategie comunicative efficienti e mirate.

Quanto è importante la strategia di comunicazione?

Importante? È fondamentale! La domanda che un social media specialist deve tenere sempre nella mente è: “perché l’utente dovrebbe farlo?” “Perché dovrebbe diventare nostro fan o follower?” “Perché dovrebbe interagire con il nostro post o compilare un form contatti?” Ecco, dobbiamo trovare un valido motivo perché l’utente sia spinto all’azione. Avere le idee chiare sugli obiettivi da raggiungere è il primo traguardo da perseguire.

È necessario stabilire delle metriche da monitorare quotidianamente per valutare l’andamento della strategia adottata e correggere il tiro, qualora ce ne fosse bisogno, in maniera repentina. Numerosi sono i tools per l’analisi dei dati, gratis o a pagamento. Io personalmente preferisco analizzare i dati estrapolati dalla sezione insight delle pagine social. Fortunatamente, i dati a disposizione sono tanti, basta avere buone doti analitiche per comprenderli ed adottare eventuali  azioni correttive.

Individuata la strategia, pensiamo ai contenuti.

Testo o grafica: quale aspetto è più importante?

Entrambi! Anche se… “Un’immagine vale più di mille parole”

Prediligo una “comunicazione minimal” fatta di immagini o video che evochino sentimenti, passione, rabbia, divertimento, allegria. In poche parole: qualsiasi forma di emozione! Le immagini, così come la musica, superano ogni barriera della razionalità, scatenando sentimenti forti, azioni istintive che trasportano gli utenti, portandoli ad immedesimarsi.

Quando una persona viene stimolata da una grafica accattivante prende decisioni meno razionali rispetto alla semplice lettura di un testo.

Vedendo questa immagine non vi viene voglia di abbandonare tutto e preparare le valigie?

Visual Storytelling

Il mix perfetto sarebbe associare alle immagini coinvolgenti contenuti originali e di qualità. Definita la parte creativa, passiamo agli aspetti più tecnici.

Perché invitare gli amici a mettere like quando esistono le ADS?

Esatto, esistono le campagne a pagamento! Scegliamo noi il target, il budget, e l’obiettivo della nostra campagna. Solo chi è realmente interessato al nostro prodotto o servizio interagirà con noi. Non servono i numeri, servono i risultati! Si può optare per campagne mirate ad accrescere la notorietà della marca, all’interazione con l’utenza, alle conversioni (Facebook Addicted). L’obiettivo varia a seconda dei risultati stabiliti in precedenza. Quando un brand è poco conosciuto dalla clientela, è consigliabile realizzare campagne di Brand Awareness. Per acquisire dati e contatti, incrementando il database della propria clientela è possibile strutturare campagne mirate di Lead Generation (eh sì, ho la testa sempre a Facebook!).

In attesa di diventare “tuttologa del web”?

Qualcosina nel tempo ho imparato, ma non si finisce mai di apprendere cose nuove. Contenta di fare parte del team Social dell’Inbound Strategies, tornerò nella mia amata Calabria con un bottino di conoscenze in più, perché come dice un proverbio cinese “L’apprendimento è un tesoro che seguirà il suo proprietario dovunque

Nulla di nuovo nel mio articolo, semplicemente il racconto di una storia di chi ha voglia di crescere.

Annette Palmieri

Napoletana, gattara, logorroica, twittatrice compulsiva, non vivo senza il mio smartphone a portata di mano. Vi avviso: sono peggio di Lucy Van Pelt. Amo le parole e quotidianamente lotto contro i miei nemici giurati: i refusi. Non sono brava in tutto anzi, le cose che so fare sono notevolmente maggiori rispetto a quelle che non so fare. Ad esempio, so scrivere ma non so camminare e bere contemporaneamente.


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