Scopri cosa è successo a Inbound Strategies 2018
Nella suggestiva cornice di Milano il 9 e 10 marzo si è concluso con successo Inbound Strategies 2018. La due giorni – dedicata all’inbound marketing, alle tecniche SEO e alla lead generation – si è svolta nelle sale del Grand Hotel Barone Sassj a Sesto San Giovanni. L’evento è stato organizzato da SEOZoom e SEOchef. Le due agenzie hanno voluto ripetere l’esperienza positiva della prima edizione, invitando i migliori esperti del digital marketing.
L’intento principale della manifestazione? Offrire al pubblico nuovi punti di vista, consolidare le conoscenze e approfondire le proprie competenze tramite case study basati sull’esperienza. Senza dimenticare l’ampio spazio riservato alla pratica con 10 workshop in cui toccare con mano la teoria.
Chi ha partecipato alla kermesse ha vissuto giornate all’insegna di una formazione concreta, aggiornata e verticale. Sul palco si sono alternati 27 relatori, condividendo il proprio contributo con una platea attenta e curiosa. La lunghezza degli speech, infatti, non ha fermato le domande che hanno dato origine a spunti di riflessione interessanti.
Inbound Strategies 2018 è stato seguito anche sui social che hanno aiutato ad accorciare le distanze, soprattutto per le persone che non potevano essere presenti. Su Twitter l’hashtag ufficiale #Inbound18 è diventato un trend topic, conquistando in poco tempo le prime posizioni nell’arco dei due giorni.
Che ne dici di scoprire gli argomenti che hanno costellato l’evento? Man mano che leggerai il concetto che emergerà in tutta la sua forza sarà questo: l’inbound marketing prima ancora di attraversare il mondo digitale getta le sue fondamenta nella vita reale con l’obiettivo difficile (ma non impossibile) di migliorarla.
I momenti più importanti del primo giorno
È proprio da questi presupposti che Paolo Zanzottera – esperto SEO e di web analytics – ha inaugurato Inbound Strategies 2018 nelle vesti di presentatore. Le sue parole hanno sottolineato il lato umano alla base di ogni strategia di web marketing, l’ingrediente segreto per eccellenza che permette di arrivare al cuore del potenziale cliente:
Inbound marketing è generosità, altruismo e fiducia nel prossimo, è vivere la propria passione. Amare il proprio lavoro a prescindere dai soldi e dal successo, semplicemente perché ci piace ciò che facciamo. Inbound marketing è provare e insistere, sapendo che prima o poi qualcosa accade.
Subito dopo ad accendere gli animi è stato Jacopo Matteuzzi, co-founder di Studio Samo, che ha spiegato come farsi trovare su Google nel momento in cui le persone hanno bisogno di risposte. E ha messo a confronto l’inbound marketing vs outbuond marketing. Nemici giurati? No.
Per Jacopo, le due tecniche usate insieme possono essere vantaggiose per le aziende. Prima di concludere ha evidenziato un aspetto importante: ogni organizzazione ha le sue caratteristiche e non sempre l’inbound marketing è l’approccio adeguato. Si adatta bene soprattutto a un prodotto complesso.
Valentina Vellucci e Iris Devigili
Con Valentina Velluci, digital analyst, si è parlato di light metric. È necessario intendere il contenuto in un’ottica misurabile, deve essere performance strategica. Cosa vuol dire? Il contenuto dovrebbe rileggere i luoghi comuni secondo una prospettiva differenziale, conoscere il fine comunicativo, favorire la capacità di immedesimazione del target personas, avere un’interpretazione immediata e comunicare nel modo giusto con il pubblico di riferimento.
Valentina si è soffermata anche sull’utilità indiscutibile del funnel di vendita alla base del contenuto ma evidenzia nuove prospettive: non bisogna considerare il funnel come un modello rigido e stabile. Infatti, ci sono persone che hanno intenti e processi di ricerca imprevedibili e ci sono altri fattori che influenzano il processo di acquisto. Cosa fare in questi casi? Ecco le parole della speaker:
Dobbiamo individuare gli step laterali al di fuori del funnel.
È il momento di Iris Devigili, buyer personas researcher e digital strategist, che ha raccontato la costruzione delle buyer personas: “Rappresentano il cliente tipo e sono un insieme di informazioni fluide”. Come si creano? Attraverso le interviste ai clienti in target.
Ma si deve andare oltre il classico colloquio telefonico: “Per creare le buyer personas l’intervistato deve raccontare il suo processo decisionale nell’acquisto del prodotto. In queste conversazioni è importante cogliere le sfumature”. Devigili ha mostrato alla platea il suo Eureka, modello su cui basare le interviste e strutturato su 3 livelli: insights del potenziale cliente, elementi che influenzano la decisione del processo di acquisto, 4 fasi del processo di acquisto.
Per approfondire: come creare le tue Buyer Personas
Giannicola Montesano, Alessandro Frangioni e Maura Cannaviello
Il microfono è passato Giannicola Montesano che ha esplorato l’affiliate marketing per continuare ad avere ROI positivo su campagne sature. L’affiliato professionista illustra il case study di Altroconsumo, mostrando tutti gli aspetti strategici per reclamizzare una campagna attiva da più di tre anni.
Dopo la pausa pranzo l’evento è ripartito con Maura Cannaviello – fondatrice di whymarghette Academy – che ha sottolineato come impostare una strategia di email marketing tra automazioni e broadcast. Le automazioni permettono di risparmiare tempo ma la strategia va impostata con cura. Quali sono i tempi per valutare i risultati di una strategia di marketing automation? Dai 4 ai 6 mesi.
Alessandro Frangioni, esperto in Facebook Ads e Google AdWords ha suggerito come Intercettare lead. Ci sono best practices per raggiungere questo obiettivo e le ha descritte attraverso gli errori da evitare nelle campagne di lead generation:
- Uso scorretto dei canali.
- Utilizzo del sito web al posto delle landing page.
- Copy generico.
- Sottovalutare gli splint test.
- Non gestione dei lead.
- Essere visti come invasori dagli utenti.
- Non ottimizzare costantemente una campagna.
- Concentrare tutto sulle conversioni.
- Remarketing impreciso.
- Monitorig poco attento.
Daniele Vietri e Carlotta Silvestrini
L’ecommerce manager Daniele Vietri, invece, ha analizzato i dati raccolti intorno a casi studio reali su e-shop e ha chiarito come fare C.R.O. con un pizzico di ingegno, numeri, tempo e budget limitati. Il suo discorso si è focalizzato anche sugli strumenti da utilizzare per ottenere risultati positivi nell’ambito dei negozi online: copywriting, lead acquisition, funnel e UX.
Il primo giorno di Inbound Strategies 2018 si è chiuso con lo speech di Carlotta Silvestrini, specializzata in digital rebranding, che ha attirato l’attenzione delle persone approfondendo il tema del posizionamento di marca e come lo si mantiene nel tempo.
Carlotta ha spiegato che il posizionamento strategico significa essere riconoscibili e unici. Inoltre, questa strategia dà la possibilità di decidere il prezzo, risparmiare denaro, ottimizzare risorse e concentrare gli sforzi in un’unica efficace direzione.
I momenti chiave del secondo giorno
Il secondo giorno di Inbound Strategies 2018 si è aperto con una protagonista d’eccezione: la SEO. Il primo relatore della giornata è stato Gianluca Fiorelli che ha raccontato come fare search engine optimization internazionale utile anche per le piccole e medie aziende italiane. I primi passi per per impostare una strategia? Non targettizzare mercati inutili a livello di profitto, scegliere la migliore struttura per l’internazionalizzazione, gelocalizzare e localizzare.
La parola è passata a Ivano Di Biasi che ha esposto il giusto approccio SEO per mantenere il traffico acquisto e aumentarlo. Dopo, Ivan Cutolo ha continuato a parlare di SEO e ha portato sul palco la sua esperienza illustrando come recuperare traffico dopo il restyling di un e-shop. La soluzione? Ridare il sito impasto a Google e creare una nuova struttura. E prima di terminare lo speech ha lasciato un consiglio da non dimenticare: “Quando lanciate un ecommerce non scontratevi con i colossi mirate alla vostra nicchia di mercato”.
In seguito, Massimo Chieruzzi ha spostato l’interesse della sala dalla SEO all’inbound marketing con Facebook ADS. Il CEO di AdEspresso ha messo in evidenza le strategie necessarie per far lavorare insieme l’ADV sui social e i contenuti prodotti nella strategia di inbound.
Riccardo Rodella e Francesco De Nobili
Mentre Riccardo Rodella ha descritto le potenzialità dei software di marketing automation a 360°. Queste soluzioni – usate solo dal 2% degli ecommerce – migliorano le performance delle attività di marketing, incrementando data base utenti, conversioni, scontrino medio attraverso una comunicazione one to one con gli utenti. Riccardo si è poi concentrato sulle metriche corrette e il lifetime value.
Francesco De Nobili ha approfondito l’inbound marketing integrato. Il digital manager ha spiegato che per sfruttare i dati a disposizione bisogna creare un workflow che unisca le diverse attività di digital marketing con il fine di portare i visitatori ad azioni concrete. Per fare questo è essenziale capire, intercettare e stimolare i loro bisogni espressi e latenti.
Leggi anche: quali sono le fasi dell’inbound marketing?
Antonio Meraglia ed Emanuele Chiericato
L’intervento di Emanuele Chiericato ha messo in luce l’importanza multicanalità: per raggiungere la conversione da clic a cliente si deve inaugurare un percorso di customer journey affiancandolo a strumenti complementari tra loro.
Inbound Strategies 2018 termina con il discorso di Antonio Meraglia, CEO di Stravideo, che mostra come fare video di personal branding. Una delle prime regole per colpire il pubblico? Scegliere il giusto abbigliamento. Nulla, in una video strategy, deve essere lasciato al caso.
È fondamentale curare anche il tone of voice (deve trasmettere autorevolezza) ed eliminare elementi che possano distogliere l’attenzione dello spettatore. Inoltre, afferma Meraglia: “Per non risultare incerti a chi guarda un trucco utile è scrivere ciò che si dovrà dire”. Altri aspetti decisivi e molte volte sottovalutati? Creare un piano editoriale per i filmati e inserire una call to action nel video.
I workshop: l’inbound marketing in pratica
I laboratori hanno permesso ai partecipanti di mettere in pratica l’inbound marketing attraverso gli insegnamenti di maestri d’eccezione. Il primo giorno Emanuele Tolomei ha mostrato ai suoi studenti come la user experience sia un valore aggiunto per gli commerce e i siti aziendali.
Andrea Pernici, sulla scia di Socarate, ha stimolato il desiderio di conoscenza tramite il dialogo per migliorare il proprio bagaglio di informazioni e scoprire nuovi orizzonti di sapere. Invece, Flavio Mazzanti ha parlato di SEO come motore propulsore per l’ecommerce.
Giovanni Sacheli ha basato la sua lezione su progressive web app e notifiche push. Infine, Francesco Piersimoni ha mostrato come realizzare un piano editoriale utile per attrarre traffico qualificato. Ma non solo. Ha approfondito come analizzarne i risultati e ottimizzarlo con la giusta frequenza.
Secondo giorno di workshop
La giornata successiva ha visto dietro le cattedre: Fabio Sutto che ha evidenziato le sinergie tra Google Adwords, Facebook Ads e Native advertising. Francesco Gavello ha spiegato come usare al meglio Google Analytics in una strategia di inbound marketing.
Matteo Zambon si è concentrato sull’uso di Google Tag Manager per raggiungere risultati concreti. Alessandra Maggio ha dato ai partecipanti alcuni suggerimenti per creare una strategia di inbound marketing con l’obiettivo di vendere online un prodotto complesso.
Giuseppe Liguori ha analizzato un sito web tramite Search Console, Screaming Frog e SEOZoom. Lo scopo? Trovare gli errori che possono bloccare lo spider di Google o disperdere il traffico.
Inbound Strategies 2018: qual è stata la tua esperienza
Inbound Strategies 2018 è stato un vero e proprio inno d’amore nei confronti dell’inbound marketing. La manifestazione non è stata solo formazione. Ci sono stati anche molti momenti di allegria e condivisione durante le pause caffè e aperitivo. Momenti di vicinanza che hanno consentito lo scambio di opinioni tra curiosi, professionisti del settore e aspiranti marketer. In attesa della prossima edizione racconta la tua esperienza a Inbound Strategies 2018.
Marilena D'Ambro
Giornalista, blogger e webwriter. Scrivo per diversi blog tra cui: SEOchef, HostingVirtuale, Io viaggio e Garanzia Online. Non inizio la mia giornata senza un buon caffè e una passeggiata immersa nella natura in compagnia del mare.