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12 febbraio 2018 Francesca Sollo0

Le storie di Instagram sono il trend del momento, se si parla di content marketing. Come hanno cambiato il modo di comunicare online?

Quando si parla di narrazione, spesso si utilizza la metafora “…come se fossero legate ad un doppio filo” e tu sei lì, che immagini sognante lui e lei uniti da questo nastro rosso meravigliosamente avvolto alle loro anime, leggero, quasi evanescente ma forte. Insomma, lo immagini come un amore a doppio senso. Uno alimenta l’altro. Ecco, è la metafora perfetta per parlare delle Instagram Stories.

Instagram stories: che cosa sono e, soprattutto, servono davvero?

Non starò qui a farti una lezione tecnica sulle storie di Instagram, non mi piace e non ti sarebbe per nulla utile. La più grande lezione che puoi imparare è quella del fare e, con Instagram, questo è più vero che mai. Scatto dopo scatto, puoi trovare il tuo modo di comunicare online attraverso il visual storytelling: tutti i manuali sono (quasi) inutili, a meno che non si parli di qualcosa che sia relativo ai principi di base della fotografia – validi anche per chi scatta con il cellulare – o di scrittura creativa. Tutto il resto, diciamolo, è abbastanza inutile se non hai un obiettivo chiaro per la tua comunicazione.

Torniamo alle storie di Instagram, però. Quando sono nate e a cosa servono?

Dopo il boom di Snapchat tra millennians e nonne che volevano sapere costantemente se il nipote mangiasse abbastanza, Instagram è stato spinto, senza nemmeno troppo rumore da parte degli utenti, a implementare la funzionalità delle stories nell’agosto del 2016, insieme al lancio della sua versione Instagram 9.0 che squarcia il velo di Maya sulla vita degli instagramers e dando un motivo in più alle persone per stare sul cellulare dalla mattina alla sera a guardare quanto cresce la pancia della Ferragni minuto dopo minuto o la gravidanza in diretta di Clio MakeUp (che tutti abbiamo seguito, anche tu che ti nascondi dietro la capretta di Heidi).

Le stories sono una funzionalità di Instagram che ti permette di condividere un’immagine o un video che verrà automaticamente cancellato dopo 24 ore. Uh, una notifica: “A Snapchat piace questo elemento”. Andiamo oltre, è meglio.

La domanda da un milione e mezzo di dollari del Monopoli versione Napoli è “ma le storie di Instragram a cosa servono”? Panico, paura, panico, paura: esattamente come tutti gli altri tipi di post di uno qualunque di tutti i social a cui il tuo cervello riesce a pensare, a tutto e a nulla!

Se nella tua comunicazione gli obiettivi sono chiari tutto è più facile (cosa vuoi ottenere dalle stories di Instagram: visibilità perché hai un bar fighissimo e vuoi farti vedere mentre prepari cocktail azzurro unicorno o rosa salmone, ops gold rose; contatti perché vendi un servizio che solo una blogger su due in America già fa acquistare ai suoi fan e quindi anche tu come lei altrimenti “chiudo tutto e vado a fare la commessa”; vendite dirette se sei qualcuno che utilizza l’hashtag #fattoconilcuore e non sei un cardiochirurgo).

Quando scegli un canale di comunicazione, devi essere sicuro del risultato che vuoi raggiungere. Un milione di vendite in 8 giorni non sono un obiettivo ma un sogno ad occhi aperti, 1000 iscritti al tuo canale Instagram in 3 mesi… si può fare, vediamo. Insomma, come dicono i migliori life coach del momento – ciao Monty! – esci dalla tua zona di comfort  ed inizia a pubblicare su Instagram. Ok, tutto quello che vuoi ma ci sono anche le stories: le uso, non le uso. Che famo?

Instagram stories: quando la narrazione si sdoppia

Ogni post è un parto: la luce è quella giusta? I capelli sono a posto? Mo’ quale filtro uso?! Calmiamoci: se anche tu appartieni al club del “Il giro di Instagram in 80 storie” allora sei di quel team che ha deciso di puntare sulle storie come ulteriore (!) canale di comunicazione. Ci sono delle domande che dovresti porti prima di lanciarti in monologhi e strani boomerang in quella parte ancora poco compresa di Instagram.

Facciamo assolutamente un passo indietro, ti va? Non cominciare con i “ma come, perché, ma io già pubblico, ho la mia visione”: con me non attaccano. Dopotutto nel digitale, come nella vita, ci vuole strategia. Anche con Instagram e con le sue storie.

Strategicamente, infatti, Instagram ti regala un nuovo canale di comunicazione attraverso cui distribuire i tuoi contenuti. Se ben sfruttate, le storie possono farti acquisire nuovi follower interessati al tuo business e a quello che pubblichi, autorevolezza rispetto ad un argomento specifico, possono essere uno strumenti di narrazione (visuaale, ovviamente) davvero potente per la tua storia.

Hai già una strategia per i tuoi contenuti? Si tratta di una narrazione verticale o orizzontale? Ti spiego meglio!

La narrazione di un social network- di qualunque tipo, ma quella visuale im particolare – può essere verticale (ovvero “scorro il feed da dall’alto verso il basso e trovo i contenuti che mi interessano tra i post pubblicati”) oppure orizzontale (“scorro i contenuti da sinistra verso destra e skippo quello che non mi interessa”). Instagram, con l’introduzione delle stories, ha attivato per la prima volta in un social una narrazione doppia: non due piani narrativi separati che si intrecciano una a supporto dell’altra (faccio l’imprenditrice e contestualmente arricchisco la mia presenza online con le mie passioni di cui ti racconto su un altro canale o in una storia subordinata utilizzando la medesima piattaforma).

Quando utilizzi una narrazione verticale con un doppio livello narrativo l’effetto che ottieni è quello di movimento: la tua storia non è (mai) ferma, fissata in un punto. Il tuo racconto online cambia a seconda delle tue “inclunazioni” (ti come ti serve che muti, in sostanza) e della tua strategia. Può contenere quindi più livelli narrativi, l’importante è stare attenti a non sovrapporli. Un livello può supportare l’altro, si intrecciano ma non devono mai collimare. Terminerebbe in malo modo la storia stessa, con un collasso da pronto soccorso!

La narrazione verticale è quella che, su Instagram, corrisponde al newsfeed risultante dalle nostre pubblicazioni quotidiane, per intenderci.

La narrazione orizzontale, invece, è quella che riguarda il nuovo livello introdotto da Instagram prima e da Facebook poi (sì, lo sappiamo: Snapchat sta ancora aspettando di avere una reazione per il disagio che zio Mark gli ha procurando con questo copia-incolla della funzione che, però, ha funzionato uno su due!).

Su Facebook non ha funzionato, su Instagram è diventato il nuovo nero. Perché? Su Instagram la narrazione, con l’introduzione delle storie, si sdoppia!

Instagram stories: narrazione che?

Su Facebook questo tipo di narrazione “ad x” (verticale ed orizzontale, con due flussi narrativi completamente indipendenti l’uno dall’altro) non ha funzionato perché la tipologia di contenuti pubblicati nel newsfeed è troppo diversa tra di loro. Mi spiego meglio: su Facebook le storie sono tutte della stessa tipologia (foto, video) mentre i contenuti pubblicati sui nostri profili sono di tantissimi tipi diversi. Su Instagram, invece, questo nuovo modo di raccontarsi funziona: video e foto per le stories, video e foto per il feed perchè la tipologia di contenuto è la stessa, ci siamo già abituati da utenti e da narratori. La differenza sta nel formato e nel linguaggio dei due feed. Quello del feed è sempre lo stesso: cambia la visualizzazione dei messaggi, viene aggiunta la geolocalizzazione e una caption più lunga, ma alla fine il canale è sempre lo stesso. L’innovazione delle storie ed il segreto del loro successo è che il linguaggio ed il formato delle storie stesso è nuovo: è “ricco” di strumenti narrativi come le gif, hashtag, geolocalizzazione, stickers, font diversi. Le dimensioni stesse del contenuto sono nuove.

Tutto qua: per avere successo su Instagram devi imparare a raccontarti come se fossi su due social diversi, due piattaforme con contenuti, formati, linguaggi ed obiettivi differenti ma che devono (necessariamente) andare nella stessa direzione!

Ti spiego: devi essere in grado di raccontare la tua storia (o quella del tuo business, fai tu) da due angolazioni completamente differenti attraverso il tuo account e attraverso le tue storie.

Facciamo un esempio, così magari è più chiaro.

Sul mio account pubblicherò video e fotografie più curate, con uno stile fotografico ben definito, con appuntamenti fissi e con contenuti che rimandano a specifiche call to action (acquista, ho scritto un nuovo post, iscriviti alla newsletter, sto passando un momento felice piuttosto che triste, ho una bella novità per te). Nelle tue storie, invece, il racconto si fa più intimo: durano 24 ore, passano subito. Qui dovresti raccontare del tuo quotidiano, dare appuntamenti con contenuti dove ci metti veramente la faccia, con uno stile che coinvolge tutte le possibilità linguistiche che ti regala Instagram (gif, font e stickers). Con le storie puoi portare l’utente direttamente nel tuo mondo. Non sottovalutare mai questo aspetto.

Instagram stories: creare storie di successo

Non ti darò suggerimenti sulle migliori app da utilizzare per creare delle fantastiche storie su Instagram. Le lascio per un altro appuntamento, magari. Voglio darti solo dei suggerimenti strategici per rendere le tue storie interessanti e coinvolgenti per i tuoi utenti e che ti faccia divertire produrre. Se ti annoi, annoi. C’è poco da fare!

Il detto di Confucio “fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno nella tua vita” nel marketing è un po’ come il “segua quel taxi” nei film, Mai come questa volta, seguiamo la via della saggezza. Se sei stimolato a creare delle storie e a condividere aspetti del tuo business (e quindi della tua storia) che non ti saresti mai aspettato.

Che cosa ti serve, allora, per coinvolgere le persone nella narrazione orizzontale delle tue storie e restare efficace nei tuoi post account? Semplice; devi creare relazioni attraverso uno stile (autentico, non unico) mostrando quello che sai fare, le tue competenze.

Ti faccio un esempio: se mi occupo di alimentazione – facciamo finta che sia una coach – la mia strategia sul canale Instagram potrebbe prevedere dei post (account) che mostrano ricette, valori nutrizionali, strumenti del mestiere, letture consigliate che anticipino i miei contenuti free se ti iscrivi alla mia newsletter o se segui il mio blog (crea delle relazioni). Per creare questi contenuti potrei utilizzare delle immagini in cui si vede spesso il mio bigliettino da visita o il mio sito, potrei utilizzare i colori pantone della mia palette colori pantone e così via (attraverso il tuo stile) che mostrano ciò che sai fare (mostra le tue competenze).

Dall’altro lato, per quanto riguarda le storie, potrei utilizzarle per fare delle mini-clip in cui spiego alcuni aspetti del mio lavoro con delle domande dei miei follower (crea delle relazioni) mantenendo il linguaggio coerente con il tuo stile – colori dei font, tipologia di gif e sticker che hanno a che fare con il cibo, in questo caso – e mostrando, rispondendo agli utenti, le tue competenze in materia.

Questo, ovviamente, non prescinde che le stesse regole puoi applicarle a delle integrazioni della tua strategia su Instagram che si sdoppia: puoi creare degli appuntamenti con le parole (come fa Tinatelli con il suo #vocealleparole), puoi creare hashtag collaborativi (gli esempi che amo di più sono gli account di ZuccaViolina, Socialmediabiondina, ZeldaWasAWriter o, ancora, quelli di BambiniconlaValigia). E ancora, puoi creare degli appuntamenti – anche se questo richiede avere un account business instagram con un tasso di interesse ed interazione davvero alto – per delle storie in diretta e dialogare con i tuoi utenti come fa Enrica Crivello.

Instagram stories: una checklist per conquistare il web

Cos’hanno in comune tutti gli account che ti ho elencato poco fa? I loro account vertono su tre concetti;: relazione, stile e competenze declinati nelle due prospettive della narrazione, verticale ed orizzontale.

Quali sono gli insegnamenti biblici che possiamo rubare da questi esempi? Ecco quello che volevi dopo tutto il super pippone della narrazione:

  • Resta umano: una storia non deve essere perfetta, devo potermi riconoscere in essa
  • Svelati: non correggere i difetti, usali per brillare
  • Relazionati: non tenere le cose per te ma condividile con i tuoi utenti
  • Resta professionale: non perdere di vista la tua qualità e la tua etica lavorativa, la tua professionalità e ciò che sei
  • Diventa riconoscibile: energia e brio ma fermezza e rispetto per se stessi
  • Non sovrapporre i livelli narrativi, fidati
  • Fai sentire importanti le persone che acquistano i tuoi servizi
  • «usa» le tue passioni, relazioni e sentimenti per farti conoscere così come sei
  • Crea un tuo stile e racconta le tue competenze
  • Mostra le tue passioni, il tuo lavoro, chi sei veramente.

Così come ogni sera, aspettavi impaziente la favola della buonanotte i tuoi utenti dovrebbero aspettare quotidianamente le tue storie! Non hai più scuse! La creazione della tua impalcatura strategica devi crearla sulle esigenze specifiche del contesto in cui si muove il tuo utente e la tua rete. Questa è la vera innovazione del content marketing: individua il bisogno, soddisfalo con il tuo tocco personale (e con valore reale) ed il tuo utente sarà felice!  

Ora puoi commentare con tutte le “parolacce” che desideri!

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1 dicembre 2017 Francesca Sollo0

Le storie sono strumenti fantastici: puoi raccontare con qualunque cosa a tua disposizione e non sbagliare mai. Quando un cuore, un business e tanti numeri si incontrano, quale magia accade? Quella della semplificazione e della negoziazione, due punti nevralgici per poter raggiungere gli obiettivi di business che ogni azienda si pone: guadagnare ed investire in modo intelligente! La risposta si chiama data storytelling.