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19 febbraio 2018 Marilena D'Ambro0

Scrivere un post sul blog per rispondere a una domanda, a un bisogno delle persone che si muovono su Google in cerca di risposte. Questo è uno degli elementi fondamentali per mettere in atto una buona strategia di inbound marketing. Ma creare un contenuto denso di informazioni utili e di valore non basta.

Devi attirare l’attenzione dei tuoi dei potenziali clienti. In questo quadro diventa decisivo scrivere un titolo efficace. Creare un headline di successo riuscirà a calamitare lo sguardo dei lettori che sceglieranno te senza riserve.

Prima di darti buone idee per i titoli ricorda che questa stringa di testo va inserita su WordPress e va ottimizzata in ottica SEO on page per favorire il posizionamento in serp. L’headline corrisponde all’H1 e deve contenere la parola chiave principale che, di solito, racchiude l’argomento principe del tuo articolo.

Il plugin SEO by Yoast ti aiuterà a definire questo micro contenuto. Come avrai notato, scrivere un titolo efficace per il web è un’arte che mescola analisi e creatività. Una volta che avrai creato questa sinergia, il lettore sarà tuo. Adesso vediamo qualche consiglio per scrivere un titolo efficace.

Un titolo efficace deve fare la differenza

Riuscire a scrivere un titolo efficace vuol dire realizzare un’opera d’arte unica nel suo genere. Sì, il tuo titolo deve differenziarsi e lo deve fare nel modo giusto, rispecchiando l’argomento di cui vuoi parlare, evitando di conformarsi e senza comunicare false promesse per ottenere click a tutti i costi.

La cosa peggiore che tu possa fare e ingannare i lettori che si aspettano un certo tema e, invece, trovano tutt’altro. Oppure argomenti poco approfonditi. Proseguire su questa strada significa tradire la fiducia del pubblico e perderlo per sempre.

In altre parole, puoi creare un titolo persuasivo ma assicurati che sia sincero. D’altro canto, Le persone sul web sono affamate di verità e sono stanche di inciampare in mediocri mistificazioni. Diamo un’occhiata ad alcuni esempi di titoli accattivanti.

Ancora una cosa: assicurati che la creazione della headline non superi le 10 parole, mantieniti entro 7-8 termini.

Sfrutta i numeri

Per scrivere un titolo efficace sfrutta l’uso dei numeri. Le persone amano i numeri perché rassicurano, danno l’idea che la lettura non impieghi molto tempo e sono facili da ricordare. In più, danno una sensazione di chiarezza e ordine perché l’utente si aspetterà di consultare una lista puntata. In pratica, trasmetti autorevolezza perché riesci anche a quantificare i consigli da dare al lettore. Ecco qualche esempio:

5 consigli per non essere bocciati oppure 6 modi per citare articoli di giornali

Hai notato? Questi titoli indicano dei suggerimenti per ottenere benefici, e, soprattutto, puntano al principio di scarsità. Ovvero fanno leva sulla paura delle persone che temono di perdersi un articolo utile per cambiare una certa condizione. Risultato: gli studenti preoccupati cliccheranno sul post nella speranza di trovare informazioni per superare l’anno scolastico.

Ti svelo un segreto sull’uso dei numeri nei titoli: secondo il Content Marketing Istitute, le headline che contengono numeri dispari hanno una percentuale di click del 20% superiore ai numeri pari. La ragione di questo comportamento non è ancora chiara.

Scrivere un titolo efficace con creatività

Il titolo che spiega come come fare qualcosa

Quando decidi di scrivere un titolo efficace per il tuo articolo puoi scegliere la formula del titolo How To, intramontabile e sempre ben accetta per capire come svolgere determinate operazioni o per avere successo in situazioni specifiche.

Perchè questi titoli sono così amati? La risposta è semplice: ti indicano gli step necessari per risolvere un problema o per migliorare alcuni aspetti della tua vita o del lavoro. E non è, forse, uno dei desideri più forti dell’essere umano tendere al miglioramento?

Quando realizzi questi micro contenuti metti in evidenza il vantaggio che otterrà l’individuo, leggendo il tuo contenuto. La capacità di rassicurare è un fattore chiave per determinare un titolo efficace. E nella seconda parte della stringa di testo puoi inserire un aggettivo positivo. Ti lascio dei modelli:

Come (fare a) scrivere una call to action che converte o Come (fare a) dimagrire e rimettersi in forma. Oppure Come (fare a) trovare un buon lavoro e guadagnare di più

Poi, ci sono i titoli senza Come fare a… che sono perfetti per raccontare storie particolari, fuori dall’ordinario. Per il lettore sono delle sfide in cui trovare conferme. Di cosa sto parlando? Dai uno sguardo a questi esempi di titoli ad effetto:

Come ho vissuto a New York con pochi soldi al mese o Come ho guadagnato il primo milione di euro

Combinazione domanda-risposta

Per scrivere titoli efficaci combina domande e risposte. Hai capito bene. Solleva un dubbio e dai una risposta. Perchè usare questo modello? Stimoli la curiosità, individuando una domanda e ti poni come soluzione. Guarda l’esempio:

Perchè devi migliorare la leggibilità di un testo online? Ecco 5 motivazioni imperdibili. Hai visto? Ho inserito l’aggettivo numerale per circoscrivere il tema e dare qualche dettaglio in più.

Usa l’imperativo

Un altro dei modi per creare titoli che attirano l’attenzione è usare il verbo all’imperativo per esprimere un comando. Così incentivi le persone a compiere un’azione. Queste soluzioni dicono al lettore cosa deve fare in maniera precisa e diretta, sottolineando i privilegi che derivano dall’interazione:

Smetti di avere paura e apri un blog per trovare nuovi clienti

Come scrivere un titolo efficace: la tua esperienza

Questi sono solo alcuni consigli per scrivere un titolo efficace per il tuo articolo. Creare questa stringa di testo richiede equilibrio, fantasia e ragionamento. D’altro canto, l’interesse che si nutre verso determinate headline è un fatto istintivo. Il tuo compito è quello di trovare le combinazioni migliori per creare titoli efficaci. Per questo motivo non smettere mai di testare per valutare l’impatto sui tuoi lettori.Ora mi piacerebbe ascoltare la tua opinione. Tu come ti muovi per creare un titolo di successo?

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12 febbraio 2018 Francesca Sollo0

Le storie di Instagram sono il trend del momento, se si parla di content marketing. Come hanno cambiato il modo di comunicare online?

Quando si parla di narrazione, spesso si utilizza la metafora “…come se fossero legate ad un doppio filo” e tu sei lì, che immagini sognante lui e lei uniti da questo nastro rosso meravigliosamente avvolto alle loro anime, leggero, quasi evanescente ma forte. Insomma, lo immagini come un amore a doppio senso. Uno alimenta l’altro. Ecco, è la metafora perfetta per parlare delle Instagram Stories.

Instagram stories: che cosa sono e, soprattutto, servono davvero?

Non starò qui a farti una lezione tecnica sulle storie di Instagram, non mi piace e non ti sarebbe per nulla utile. La più grande lezione che puoi imparare è quella del fare e, con Instagram, questo è più vero che mai. Scatto dopo scatto, puoi trovare il tuo modo di comunicare online attraverso il visual storytelling: tutti i manuali sono (quasi) inutili, a meno che non si parli di qualcosa che sia relativo ai principi di base della fotografia – validi anche per chi scatta con il cellulare – o di scrittura creativa. Tutto il resto, diciamolo, è abbastanza inutile se non hai un obiettivo chiaro per la tua comunicazione.

Torniamo alle storie di Instagram, però. Quando sono nate e a cosa servono?

Dopo il boom di Snapchat tra millennians e nonne che volevano sapere costantemente se il nipote mangiasse abbastanza, Instagram è stato spinto, senza nemmeno troppo rumore da parte degli utenti, a implementare la funzionalità delle stories nell’agosto del 2016, insieme al lancio della sua versione Instagram 9.0 che squarcia il velo di Maya sulla vita degli instagramers e dando un motivo in più alle persone per stare sul cellulare dalla mattina alla sera a guardare quanto cresce la pancia della Ferragni minuto dopo minuto o la gravidanza in diretta di Clio MakeUp (che tutti abbiamo seguito, anche tu che ti nascondi dietro la capretta di Heidi).

Le stories sono una funzionalità di Instagram che ti permette di condividere un’immagine o un video che verrà automaticamente cancellato dopo 24 ore. Uh, una notifica: “A Snapchat piace questo elemento”. Andiamo oltre, è meglio.

La domanda da un milione e mezzo di dollari del Monopoli versione Napoli è “ma le storie di Instragram a cosa servono”? Panico, paura, panico, paura: esattamente come tutti gli altri tipi di post di uno qualunque di tutti i social a cui il tuo cervello riesce a pensare, a tutto e a nulla!

Se nella tua comunicazione gli obiettivi sono chiari tutto è più facile (cosa vuoi ottenere dalle stories di Instagram: visibilità perché hai un bar fighissimo e vuoi farti vedere mentre prepari cocktail azzurro unicorno o rosa salmone, ops gold rose; contatti perché vendi un servizio che solo una blogger su due in America già fa acquistare ai suoi fan e quindi anche tu come lei altrimenti “chiudo tutto e vado a fare la commessa”; vendite dirette se sei qualcuno che utilizza l’hashtag #fattoconilcuore e non sei un cardiochirurgo).

Quando scegli un canale di comunicazione, devi essere sicuro del risultato che vuoi raggiungere. Un milione di vendite in 8 giorni non sono un obiettivo ma un sogno ad occhi aperti, 1000 iscritti al tuo canale Instagram in 3 mesi… si può fare, vediamo. Insomma, come dicono i migliori life coach del momento – ciao Monty! – esci dalla tua zona di comfort  ed inizia a pubblicare su Instagram. Ok, tutto quello che vuoi ma ci sono anche le stories: le uso, non le uso. Che famo?

Instagram stories: quando la narrazione si sdoppia

Ogni post è un parto: la luce è quella giusta? I capelli sono a posto? Mo’ quale filtro uso?! Calmiamoci: se anche tu appartieni al club del “Il giro di Instagram in 80 storie” allora sei di quel team che ha deciso di puntare sulle storie come ulteriore (!) canale di comunicazione. Ci sono delle domande che dovresti porti prima di lanciarti in monologhi e strani boomerang in quella parte ancora poco compresa di Instagram.

Facciamo assolutamente un passo indietro, ti va? Non cominciare con i “ma come, perché, ma io già pubblico, ho la mia visione”: con me non attaccano. Dopotutto nel digitale, come nella vita, ci vuole strategia. Anche con Instagram e con le sue storie.

Strategicamente, infatti, Instagram ti regala un nuovo canale di comunicazione attraverso cui distribuire i tuoi contenuti. Se ben sfruttate, le storie possono farti acquisire nuovi follower interessati al tuo business e a quello che pubblichi, autorevolezza rispetto ad un argomento specifico, possono essere uno strumenti di narrazione (visuaale, ovviamente) davvero potente per la tua storia.

Hai già una strategia per i tuoi contenuti? Si tratta di una narrazione verticale o orizzontale? Ti spiego meglio!

La narrazione di un social network- di qualunque tipo, ma quella visuale im particolare – può essere verticale (ovvero “scorro il feed da dall’alto verso il basso e trovo i contenuti che mi interessano tra i post pubblicati”) oppure orizzontale (“scorro i contenuti da sinistra verso destra e skippo quello che non mi interessa”). Instagram, con l’introduzione delle stories, ha attivato per la prima volta in un social una narrazione doppia: non due piani narrativi separati che si intrecciano una a supporto dell’altra (faccio l’imprenditrice e contestualmente arricchisco la mia presenza online con le mie passioni di cui ti racconto su un altro canale o in una storia subordinata utilizzando la medesima piattaforma).

Quando utilizzi una narrazione verticale con un doppio livello narrativo l’effetto che ottieni è quello di movimento: la tua storia non è (mai) ferma, fissata in un punto. Il tuo racconto online cambia a seconda delle tue “inclunazioni” (ti come ti serve che muti, in sostanza) e della tua strategia. Può contenere quindi più livelli narrativi, l’importante è stare attenti a non sovrapporli. Un livello può supportare l’altro, si intrecciano ma non devono mai collimare. Terminerebbe in malo modo la storia stessa, con un collasso da pronto soccorso!

La narrazione verticale è quella che, su Instagram, corrisponde al newsfeed risultante dalle nostre pubblicazioni quotidiane, per intenderci.

La narrazione orizzontale, invece, è quella che riguarda il nuovo livello introdotto da Instagram prima e da Facebook poi (sì, lo sappiamo: Snapchat sta ancora aspettando di avere una reazione per il disagio che zio Mark gli ha procurando con questo copia-incolla della funzione che, però, ha funzionato uno su due!).

Su Facebook non ha funzionato, su Instagram è diventato il nuovo nero. Perché? Su Instagram la narrazione, con l’introduzione delle storie, si sdoppia!

Instagram stories: narrazione che?

Su Facebook questo tipo di narrazione “ad x” (verticale ed orizzontale, con due flussi narrativi completamente indipendenti l’uno dall’altro) non ha funzionato perché la tipologia di contenuti pubblicati nel newsfeed è troppo diversa tra di loro. Mi spiego meglio: su Facebook le storie sono tutte della stessa tipologia (foto, video) mentre i contenuti pubblicati sui nostri profili sono di tantissimi tipi diversi. Su Instagram, invece, questo nuovo modo di raccontarsi funziona: video e foto per le stories, video e foto per il feed perchè la tipologia di contenuto è la stessa, ci siamo già abituati da utenti e da narratori. La differenza sta nel formato e nel linguaggio dei due feed. Quello del feed è sempre lo stesso: cambia la visualizzazione dei messaggi, viene aggiunta la geolocalizzazione e una caption più lunga, ma alla fine il canale è sempre lo stesso. L’innovazione delle storie ed il segreto del loro successo è che il linguaggio ed il formato delle storie stesso è nuovo: è “ricco” di strumenti narrativi come le gif, hashtag, geolocalizzazione, stickers, font diversi. Le dimensioni stesse del contenuto sono nuove.

Tutto qua: per avere successo su Instagram devi imparare a raccontarti come se fossi su due social diversi, due piattaforme con contenuti, formati, linguaggi ed obiettivi differenti ma che devono (necessariamente) andare nella stessa direzione!

Ti spiego: devi essere in grado di raccontare la tua storia (o quella del tuo business, fai tu) da due angolazioni completamente differenti attraverso il tuo account e attraverso le tue storie.

Facciamo un esempio, così magari è più chiaro.

Sul mio account pubblicherò video e fotografie più curate, con uno stile fotografico ben definito, con appuntamenti fissi e con contenuti che rimandano a specifiche call to action (acquista, ho scritto un nuovo post, iscriviti alla newsletter, sto passando un momento felice piuttosto che triste, ho una bella novità per te). Nelle tue storie, invece, il racconto si fa più intimo: durano 24 ore, passano subito. Qui dovresti raccontare del tuo quotidiano, dare appuntamenti con contenuti dove ci metti veramente la faccia, con uno stile che coinvolge tutte le possibilità linguistiche che ti regala Instagram (gif, font e stickers). Con le storie puoi portare l’utente direttamente nel tuo mondo. Non sottovalutare mai questo aspetto.

Instagram stories: creare storie di successo

Non ti darò suggerimenti sulle migliori app da utilizzare per creare delle fantastiche storie su Instagram. Le lascio per un altro appuntamento, magari. Voglio darti solo dei suggerimenti strategici per rendere le tue storie interessanti e coinvolgenti per i tuoi utenti e che ti faccia divertire produrre. Se ti annoi, annoi. C’è poco da fare!

Il detto di Confucio “fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno nella tua vita” nel marketing è un po’ come il “segua quel taxi” nei film, Mai come questa volta, seguiamo la via della saggezza. Se sei stimolato a creare delle storie e a condividere aspetti del tuo business (e quindi della tua storia) che non ti saresti mai aspettato.

Che cosa ti serve, allora, per coinvolgere le persone nella narrazione orizzontale delle tue storie e restare efficace nei tuoi post account? Semplice; devi creare relazioni attraverso uno stile (autentico, non unico) mostrando quello che sai fare, le tue competenze.

Ti faccio un esempio: se mi occupo di alimentazione – facciamo finta che sia una coach – la mia strategia sul canale Instagram potrebbe prevedere dei post (account) che mostrano ricette, valori nutrizionali, strumenti del mestiere, letture consigliate che anticipino i miei contenuti free se ti iscrivi alla mia newsletter o se segui il mio blog (crea delle relazioni). Per creare questi contenuti potrei utilizzare delle immagini in cui si vede spesso il mio bigliettino da visita o il mio sito, potrei utilizzare i colori pantone della mia palette colori pantone e così via (attraverso il tuo stile) che mostrano ciò che sai fare (mostra le tue competenze).

Dall’altro lato, per quanto riguarda le storie, potrei utilizzarle per fare delle mini-clip in cui spiego alcuni aspetti del mio lavoro con delle domande dei miei follower (crea delle relazioni) mantenendo il linguaggio coerente con il tuo stile – colori dei font, tipologia di gif e sticker che hanno a che fare con il cibo, in questo caso – e mostrando, rispondendo agli utenti, le tue competenze in materia.

Questo, ovviamente, non prescinde che le stesse regole puoi applicarle a delle integrazioni della tua strategia su Instagram che si sdoppia: puoi creare degli appuntamenti con le parole (come fa Tinatelli con il suo #vocealleparole), puoi creare hashtag collaborativi (gli esempi che amo di più sono gli account di ZuccaViolina, Socialmediabiondina, ZeldaWasAWriter o, ancora, quelli di BambiniconlaValigia). E ancora, puoi creare degli appuntamenti – anche se questo richiede avere un account business instagram con un tasso di interesse ed interazione davvero alto – per delle storie in diretta e dialogare con i tuoi utenti come fa Enrica Crivello.

Instagram stories: una checklist per conquistare il web

Cos’hanno in comune tutti gli account che ti ho elencato poco fa? I loro account vertono su tre concetti;: relazione, stile e competenze declinati nelle due prospettive della narrazione, verticale ed orizzontale.

Quali sono gli insegnamenti biblici che possiamo rubare da questi esempi? Ecco quello che volevi dopo tutto il super pippone della narrazione:

  • Resta umano: una storia non deve essere perfetta, devo potermi riconoscere in essa
  • Svelati: non correggere i difetti, usali per brillare
  • Relazionati: non tenere le cose per te ma condividile con i tuoi utenti
  • Resta professionale: non perdere di vista la tua qualità e la tua etica lavorativa, la tua professionalità e ciò che sei
  • Diventa riconoscibile: energia e brio ma fermezza e rispetto per se stessi
  • Non sovrapporre i livelli narrativi, fidati
  • Fai sentire importanti le persone che acquistano i tuoi servizi
  • «usa» le tue passioni, relazioni e sentimenti per farti conoscere così come sei
  • Crea un tuo stile e racconta le tue competenze
  • Mostra le tue passioni, il tuo lavoro, chi sei veramente.

Così come ogni sera, aspettavi impaziente la favola della buonanotte i tuoi utenti dovrebbero aspettare quotidianamente le tue storie! Non hai più scuse! La creazione della tua impalcatura strategica devi crearla sulle esigenze specifiche del contesto in cui si muove il tuo utente e la tua rete. Questa è la vera innovazione del content marketing: individua il bisogno, soddisfalo con il tuo tocco personale (e con valore reale) ed il tuo utente sarà felice!  

Ora puoi commentare con tutte le “parolacce” che desideri!

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22 gennaio 2018 Valentina Baldon0

Nasce WhatsApp business e, da qualche giorno, gli addetti del settore stanno pensando a metodi alternativi per fare customer care, acquisizione e fidelizzazione della clientela. Nonostante le potenzialità offerte da uno strumento così diretto, le newsletter restano ancora il modo più semplice per comunicare con la propria community di utenti, in sinergia con altri strumenti diretti, quali i social network.

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19 gennaio 2018 Marilena D'Ambro0

Scrivere online è un’arte raffinata perché incarna due facce di una stessa medaglia: sei poeta e scienziato. Mi spiego meglio. Devi rispettare le regole della buona scrittura, migliorando la leggibilità di un testo online. Sì, il tuo post sul blog deve scorrere sotto lo sguardo curioso del lettore come un fiume limpido, fresco e affascinante. Insomma, le parole devono vibrare nella tua anima. Ma, allo stesso tempo, l’articolo deve informare e rispondere alle esigenze del pubblico che si muove si Google.

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18 dicembre 2017 Marilena D'Ambro0

L’email non è morta, anzi è più viva che mai ed è uno strumento prezioso per fare inbound marketing. Il motivo? Ti permette di stabilire un contatto intimo con il potenziale cliente lontano dal rumore di fondo. Attraverso i tuoi messaggi promuovi contenuti, prodotti, servizi, eventi. Diventando una risorsa utile e chiedendo di entrare nel luogo più riservato di ogni persona: la casella di posta elettronica.

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22 novembre 2017 Marilena D'Ambro0

Il blog è lo strumento centrale in una strategia di inbound marketing. Attraverso i tuoi articoli puoi intercettare potenziali clienti e diventare una risorsa preziosa in un determinato settore. Con il tuo diario online le persone sanno dove trovarti quando hanno bisogno di te.

Ma per raggiungere questo obiettivo devi creare contenuti che siano rilevanti e comprensibili. Insomma, i tuoi lettori leggono per intero i tuoi articoli? Oppure abbandonano il sito senza fermarsi nel form di contatto? Quello che sto cercando di dirti è questo: stai provando a migliorare la leggibilità di un post sul blog per aumentare il tasso di conversione? E soprattutto sai cosa significa leggibilità, vero?

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19 settembre 2017 Marilena D'Ambro0

Il modulo di contatto è uno strumento essenziale in una strategia di inbound marketing, rappresenta il primo mattoncino in una possibile relazione tra te e il potenziale cliente.

Spesso viene sottovalutato e visto come una formalità. In realtà, nasconde grandi potenzialità e opportunità di generare conversioni. A volte bastano piccole modifiche per migliorare questa soluzione e ottenere nuovi preventivi.

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29 maggio 2017 Giuliana Gugliotti0

Il calendario editoriale è la base di ogni strategia di Inbound Marketing. Ecco come creare un calendario editoriale integrato per blog e social vincente

Se hai dimestichezza con l’Inbound Marketing sai bene che lavorare senza programmare i contenuti è quasi impossibile: il calendario editoriale è uno strumento indispensabile per organizzare il lavoro, avere una visione d’insieme, risparmiare tempo e costruire il tuo successo.

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17 maggio 2017 Annette Palmieri0

L’email marketing è una delle attività da mettere in campo per una buona strategia di Inbound Marketing. Come far sì che i nostri sforzi portino realmente dei risultati?

Una strategia di email marketing è parte fondamentale del successo di un business online. Pianificare ogni dettaglio della tua strategia partendo dalla segmentazione dei contatti e dalle automazioni si rivelerà inutile se non produci dei contenuti di qualità che ti aiuteranno a sostenere la tua attività.

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18 aprile 2017 Marilena D'Ambro0

Le call to action sono uno strumento fondamentale dell’inbound marketing. Il loro compito? Convertire per intercettare lead di qualità, attirare l’attenzione dei potenziali clienti per poi spingerli ad atterrare sulle landing page. Sto parlando di spazi dedicati alla vendita dove le persone possono acquistare un prodotto o usufruire di un servizio. Ma facciamo un passo alla volta.